Accesso ai servizi

Chiesa Parrocchiale dell Assunta

Chiesa Parrocchiale dell Assunta


Parrocchiale dell Assunta (fraz. Piazza)

La storia della Parrocchiale dell Assunta in frazione Piazza è, per Torre, l esempio più lampante di quanto detto nella pagina introduttiva dei Cenni Artistici circa lo sviluppo degli spazi religiosi: documentazione che va dal 1583 fino al 1694 dettaglia con precisione i lavori e le variazioni che hanno coinvolto l edificio (risalente a diversi secoli prima) in oltre cento anni.
Dalla relazione della visita apostolica di monsignor Peruzzi, vescovo di Asti (come detto nei nostri “cenni storici” Torre è stata per molto tempo sotto il dominio del vescovato d Asti), del 20 Marzo 1583 apprendiamo che “la parrocchiale dell assunta è a tre navate. La nave mediana e parte delle due laterali sono provviste di tetto con tegole a vista […]. Il pavimento è malconcio in molte zone e le pareti sono arricciate. Il Santissimo Sacramento è conservato in una pisside d argento all interno di un armadio di legno nella parete a sinistra dell altare maggiore […]”.
Il monsignore passa poi ad elencare gli otto altari presenti nella chiesa (tra cui prevalgono quelli di privati) oltre a quello maggiore: “S. Giovanni Evangelista, a sinistra dell altare maggiore, senza patrono; segue un altare senza titolo della famiglia Catiotis, poi nell ordine: sant Agata di Joannis Tornelli, l altare dei Disciplinati, Rosario della società del s.mo Rosario, Presepio della famiglia De Morandis, Conversione di S. Paolo di Andrea Stralla, Pietà del rettore D. Giovanni Bozano e di suo fratello Giorgio”. L analisi dell alto prelato è precisa e puntuale: non solo per i singoli altari descrive l eventuale presenza di dipinti o ornamenti apprezzandone la fattura ma ne commenta forme e dimensioni (che “[…] per otto dei nove altari non sono regolari”) nonché i materiali che li costituiscono (“[…] sette in laterizio e due in pietra […]”).
Nello studio dell evoluzione della Parrocchiale dell Assunta, otteniamo nuovi spunti da una nuova visita pastorale tenuta pochi anni dopo quella sopra descritta. Si tratta della visita di monsignor Panigarola (anch egli vescovo di Asti) del 1588, il cui resoconto informa che nel complesso la chiesa non ha cambiato aspetto e fornisce alcuni dettagli relativi agli altari ed alle consuetudini religiose. “L altare della Vergine, dove Peruzzi ha eretto la Compagnia del Rosario, è ben ornato assiduamente frequentato, vi si celebra spesso e, tutti i sabati, una lampada è tenuta accesa a spese della compagnia”. Il vescovo è attento a restauri ed affreschi che arricchiscono gli altari della Conversione di San Paolo di Andrea Stralla e quello di Sant Agata dove, apprendiamo, celebrava un cappellano stipendiato dalla comunità. Particolarmente interessanti sono i commenti rammaricati relativi al fatto che alcuni altari sono in stato di completo abbandono ed il vescovo sembrerebbe valutare la possibilità che vengano distrutti piuttosto che riedificati. Tra i più trascurati evidenzia “[…] quello della Pietà, che appartiene al parroco Giovanni Bozano e alla sua famiglia”, inoltre lamenta che “i Disciplinati non mostrano nessuna affezione per la cappella che posseggono nella parrocchiale, dove non vi è neppure l icona e preferiscono curare il loro proprio oratorio dedicato a San Bernardo […]”, nei confronti del quale però mostra notevole apprezzamento.
I due resoconti presi in esame mostrano una chiesa dal duplice aspetto: un antica struttura molto ben conservata in alcune sue parti mentre in altre è agli estremi limiti di degrado. Non esiste un “progetto guida” negli interventi ma la manutenzione dipende dall iniziativa dei singoli, specialmente con riferimento agli altari.
Tra le due visite pastorali viene segnalato un episodio di particolare interesse ovvero la donazione, da parte di Alberto Morandi (della famiglia proprietaria dell altare del Presepio) di un icona collocata all altare maggiore: il vescovo Panigarola propone di acquistarla per adattarla definitivamente a pala dell altare maggiore “[…] se si potrà ottenerla ad un prezzo conveniente”. Con tutta probabilità l icona è la grande e pregiata tela che raffigura l “Adorazione dei Pastori” (tra cui, lo segnaliamo a titolo di curiosità, si confonde lo stesso committente), databile all interno del decennio 1580-1590 ed oggetto di recente restauro terminato con la presentazione ufficiale del dipinto completamente recuperato, avvenuta nell estate del 2010 all interno della Confraternita dei Disciplinati.
Facendo un salto in avanti di circa 10 anni arriviamo al 1597, anno in cui la Parrocchiale dell Assunta torna nuovamente all attenzione del vescovato di Asti durante la visita del monsignor Aiazza. Il prelato rileva che la chiesa parrocchiale ha bisogno di urgenti riparazioni alla copertura, soprattutto nella parte della sacrestia dove le infiltrazioni compromettono la conservazione dei paramenti. Al fine di reperire i fondi per le riparazioni lo stesso monsignore propone di utilizzare i redditi delle confrerie presenti in Torre oltre che “[…] il materiale di recupero di quelle cappelle campestri che, se non verranno adattate alla nuova liturgia entro tre mesi, dovranno essere abbattute”. Tra queste vengono individuate quella di San Giorgio e San Sebastiano.
Alla base di una simile decisione si trovava principalmente il fatto che, in occasione della nuova visita, il vescovo trova conferma di quanto rilevato dai suoi predecessori, ovvero un generale scarso attaccamento dei parrocchiani nei confronti della chiesa dell Assunta, maggiormente attratti da altre cappelle a cui si sentivano più legati per ragioni storiche e devozionali. Tra queste l antica Sant Elena, S. Antonio (al Piano) e ancora San Gottardo (sempre sita in Torre Capoluogo). Quest ultima cappella era sicuramente l edificio di culto più frequentato in Torre a fine del 500: aveva tre altari all interno ed uno all esterno ed inoltre possedeva il campanile, elemento che ancora mancava alla Parrocchiale dell Assunta. Il santuario si S. Gottardo divenne presto un punto di riferimento negli scambi devozionali tra la Liguria ed il Monregalese grazie alla sua collocazione lungo una delle antiche “vie del sale”: al fine di evitare il dazio al confine di San Michele, Torre è stata per molti secoli una delle strade alternative per portare il sale anche fino in Val Tanaro scollinando su Pamparato.
La visita di monsignor Aiazza ha come obiettivo quello di dare una spinta ai lavori di ristrutturazione della chiesa e a tal fine coinvolge il nobile Giorgio Bozano (la cui famiglia era proprietaria dell altare della Pietà) il quale, in un documento del 1587, si dichiarava “[…] pubblico Apostolico Imperiale et ducal nodaro et podestà del detto loco della Torre per il Serenissimo Signor Il Signor Carlo Emanuele duca di Savoja Signor di Esso Loco”. Al cospetto del nobiluomo, che sicuramente occupava ancora un ruolo di rilievo nel 1597 anno della visita di cui parliamo, il vescovo convoca i consiglieri della comunità per prendere i provvedimenti necessari per la riparazione della parrocchiale che terminerà nei primi anni del 600. Un immagine di Giorgio Bozano si trova nel quadro realizzato intorno al 1600 raffigurante la “Madonna con Bambino”: come era frequente all epoca (e come abbiamo visto per l ”Adorazione dei Pastori”) il committente ritagliava per se un posto nel quadro e, nello specifico, si tratta del devoto in atto di preghiera ai piedi della Vergine.
La storia della Parrocchiale si intreccia con il lungo periodo di incertezze e difficoltà che hanno caratterizzato gli anni venti del 600 arrivando fino a oltre la metà del secolo: la guerra con Genova del 1625 mette in crisi i rapporti commerciali con la Liguria inoltre le pesti del 1630 e del 1650 contribuiscono a frenare gli spazi per la ripresa e impongono ai vescovi di quegli anni l impossibilità di imporre nuove spese ad una popolazione ridotta in miseria da guerre e calamità naturali. I restauri avvenuti nell ultimo decennio del 500 e terminati, come detto, nei primi anni del 1600 mostrano una Parrocchiale in buono stato, ma gli effetti dell impoverimento della popolazione risultano visibili all interno dove gli altari, allora ridotti a cinque, mostrano chiari i segni delle ridotte possibilità economiche della comunità. La situazione di ridotte disponibilità non ferma però del tutto quella naturale propensione dei torresi a “dare sfogo” alla propria attività devozionale in sedi periferiche, tanto che immediatamente dopo il 1630 vengono costruite tre nuove cappelle: Santa Maria del Sospiro al Piano, San Carlo (“annessa alla confreria della Roatta”) e San Ludovico.
È necessario attendere fino al 1656 circa per assistere alla ripresa di interventi sulla Parrocchiale dell Assunta che mostra gravi situazioni di degrado. I dettagli di questa ripresa ci vengono forniti dal resoconto di monsignor Roero di quello stesso anno: “[…] il parroco e la comunità hanno finalmente provveduto un tabernacolo, vi sono due nuovi confessionali, un nuovo altare dedicato a San Giovanni della famiglia dei Daziano […]”. Nelle parole del monsignore è forte la sensazione di essere giunti ad un momento in cui è necessario ripensare radicalmente gli spazi della chiesa dell Assunta: “[…] a metà della chiesa vi è ancora un vecchio muro che non serve e imbroglia soltanto il passaggio per chi entra e chi esce”.
Il parroco del tempo, l arciprete Giovanni Battista Persenda, nativo di Torre, prendendo spunto dal resoconto del suo Vescovo, andrà ben oltre l ipotesi di semplice ristrutturazione dell edificio e si farà promotore di una “ricostruzione” della chiesa parrocchiale. I lavori vengono affidati a diversi capo mastri che avviano un primo “blocco” di interventi concentrandosi sulla struttura della chiesa e sul rivestimento di superficie. Gli anni 80 del 1600 vengono dedicati alla disposizione interna di altari e cappelle. Nel 1690 sono in corso i lavori di rifacimento del pavimento della navata centrale quando vengono consegnate le pale per alcuni altari laterali.
L arciprete Persenda, con un assiduo impegno e grazie all accordo con il Marchese Carlo Gerolamo del Carretto (di Finale Ligure, allora feudatario di queste terre), in circa 30 anni riuscì a modificare radicalmente l aspetto e la struttura della Parrocchiale dell Assunta. Spettò al suo successore, dal 1694, l arciprete Giovanni Guglielmo Persenda “Dottor di Sacra Teologia” cercare di fornire la chiesa di tutti gli strumenti cerimoniali per riorganizzare la partecipazione della comunità. Nel 1695 viene scavato il pozzo nella sacrestia per avere la disponibilità dell acqua necessaria “[…] per le messe, per il lavatorio, per far l acqua benedetta, per bagnare il pavimento quando si scopa […]”. Nel 1697 viene commissionato ed installato un nuovo fonte battesimale che ancora oggi si trova nella chiesa. Diversi dipinti di immagini sacre vengono al tempo commissionati ad un pittore di Torre, Bernardino Stasio, autore anche della “Madonna con Bambino, Santa Margherita e San Sebastiano” conservata nella chiesa di Santa Margherita in frazione Borbera. Coro, due confessionali e diversi argenti (due calici e la pisside) vengono acquisti nel 1700. Nel 1702 giunge da Roma la reliquia di San Pastore conservata in un braccio-reliquiario in legno dorato e viene costruito il campanile mentre tra il 1711 ed il 1720 viene sistemata la piazzetta antistante la chiesa con la realizzazione del muraglione di sostegno e della scalinata laterale.
La realizzazione del campanile, la sistemazione dello spazio di fronte alla chiesa e l arricchimento dei paramenti e degli arredamenti sacri strumentali alla liturgia, contribuiscono gradualmente a fornire alla Parrocchiale dell Assunta un nuovo ruolo all interno della comunità che resta, però, ancora molto propensa a frequentare le parrocchie periferiche nate e sviluppatesi nelle varie frazioni (allora chiamate “roà”) che, nel secolo successivo, diventeranno sedi parrocchiali autonome