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Vegetazione arborea

Il Faggio

Faggio - (Fagus sylvatica)
Il faggio è uno dei nostri più importanti alberi forestali. Sulle alpi si trova in popolamenti puri (faggete) o misto (soprattutto con abete bianco) nella fascia altitudinale compresa tra i 900 ed i 1500 m. Lungo le ripide scarpate dell’area botanica vegetano spontaneamente diversi esemplari (versante ovest) caratterizzati da un portamento assai contorto. È evidente l’eccezionalità del rinvenimento in quanto l’area si sviluppa ad una altitudine di m 550 s.l.m.
Il faggio è caratterizzato da una corteccia liscia e grigia. Le foglie sono alterne, lucide su entrambe le pagine, hanno margini ondulati e 6-7 paia di nervature parallele. In autunno diventano inizialmente gialle quindi arancioni o rosso-brune. Il frutto (faggiola) ha quattro valve e due acheni.


Il Castagno

Castagno - (Castanea sativa)
Probabilmente originario dell’Europa Orientale e dell’Asia Minore, può essere oramai considerato pianta indigena in Italia. È infatti coltivato da tempo immemorabile come pianta agraria e forestale. Lungo l’area botanica si riscontra piuttosto frequentemente lungo i ripidi versanti. Nel comune di Torre Mondovì ricopre buona parte dei boschi formando popolamenti perlopiù puri. Sulle superfici meno impervie viene tuttora coltivato per la produzione delle castagne che grazie alla notevole quantità di amido e di zuccheri costituivano l’alimento base delle popolazioni rurali. Il castagno cresce bene su suoli acidi.
La corteccia si divide in lunghe nervature a spirale. Le foglie sono alterne, seghettate e con nervature parallele. Il riccio verde e spinoso in autunno si fende per liberare da uno a tre castagne (acheni) caratterizzate da buccia bruno scura


La Roverella

Roverella - (Quercus pubescens)
È una quercia molto frugale che occupa le pendici più assolate ed i suoli più superficiali. Specie ad accrescimento molto lento per cui è tradizionalmente governata a ceduo per ottenere legna da ardere. Caratterizza i boschi delle colline e delle bassa montagna delle alpi. In provincia di Cuneo presenta la massima espansione nelle Langhe. La roverella è un albero a chioma espansa e depressa c o n b r a n c h e primarie nodose. Gli esemplari presenti ai margini dell’area c a c u m i n a l e presentano una ridotta statura ed un portamento assai contorto.
La corteccia è di colore bruno-grigiastro assai scabra. Le foglie sono alterne di forma ovato allungata il margine è diviso in 5-7 lobi interi o sublobati. La ghianda è allungata e protetta sino a metà da una cupola a squame regolari, non molto rilevate.


Il Pino Silvestre

Pino silvestre- (Pinus sylvestris)
Conifera dalla diffusione molto ampia che va dalla Spagna alla Siberia. Nelle langhe pianta molto rustica, amante della luce e colonizzatrice di terreni assolati ed asciutti. Il portamento è assai vario a seconda delle condizioni stazionali. Nelle nostre zone presenta generalmente una chioma espansa ed una altezza non superiore ai 20 m. Nel sito botanico è presente nella porzione cacuminale della collina su suolo superficiale e roccioso.
La corteccia è rossastra, in basso profondamente fessurata. Gli aghi, in fascette di due, sono solitariamente ritorti, di colore blu-verdastro e di lunghezza pari a 5-4 cm. I coni sono piccoli, dopo una maturazione di tre anni liberano semi alati. La pianta può venir sottoposta alla resinazione. Dalla resina per distillazione si ricavano l’essenza di trementina dalle proprietà medicinali. Il legno è resistente, adatto per mobili e pannelli truciolari. Viene anche usato per la fabbricazione della carta.


Il Salicone

Salicone- (Salix caprea)
Il salicone è pianta sporadica nelle zone umide e nelle radure dei boschi freschi dove si comporta da specie invasore ma di breve durata sia per la sua relativa eliofilia sia per la brevità del ciclo naturale. Il salicone è assai noto in Italia per i suoi amenti maschili dorati che vengono usati a scopo ornamentale la domenica delle palme per decorare le chiese. Il legno è molto tenero, oggi poco usato, un tempo adoperato per fabbricare mollette per il bucato, denti di forca e manici di accetta.
La corteccia liscia e grigia e fessurata alla base. Le foglie sono alterne e brevemente acuminate; i margini hanno piccoli denti. Le pagine superiori sono grigio-verdi, quelle inferiori sono lanuginose. Gli amenti femminili si sviluppano in frutti inizialmente verdi, che poi liberano semi lanosi. Gli amenti maschili sono grigi quindi gialli all’impollinazione.


Abete Rosso

Abete rosso (Picea abies)
L’abete rosso (peccio) vegeta spontaneo sulle Alpi con l’esclusione delle vallate più meridionali. La sua presenza nell’area botanica è di origine artificiale. Ama i terreni acidi e sciolti ma può crescere su tutti i suoli. Produce legname di buona qualità, usato nell’edilizia, per casse e imballaggi e per la fabbricazione di mobili. In alcune aree, in particolari condizioni ecologiche (crescita lenta con accrescimenti fitti e regolari) è possibile utilizzare il legname per la fabbricazione di strumenti musicali (casse di risonanza del violino Nelle condizioni vegetazionali migliori la pianta può raggiungere i 50 m di altezza. La corteccia è di colore marrone; inizialmente liscia si fessura con l’età.. Quest’ultima, grazie alla notevole quantità di tannino, viene usata in alcuni paesi per la concia delle pelli
La forma è conica e regolare con i rami più alti ascendenti e quelli inferiori orizzontali o discendenti. Gli aghi, di colore verde chiaro, sono corti e pungenti e sono inseriti a spirale intorno al germoglio. I coni sono lunghi, pendenti, a forma di sigaro con squame arrotondate. I fiori si aprono in maggio. Quelli maschili, di colore giallo, sono raggruppati all’estremità dei germogli mentre quelli femminili sono eretti e di colore rosa. I coni maturano ad ottobre


Acero Campestre

Acero campestre - (Acer campestre)
L’acero campestre è spontaneo in tutta l’Italia, tranne nell’estremo sud, ed è una delle piante più famigliari del paesaggio rurale del nostro paese. È frequente nei boschi misti di latifoglie del piano collinare, spesso governato a ceduo per la produzione di legna da ardere. Il legno viene anche usato per il fondo, le fasce laterali e i manici dei violini. Molto caratteristica la colorazione rosso-dorata delle foglie in autunno. La chioma è arrotondata, il tronco è spesso tortuoso. Le estremità dei rami tendono prima verso il basso e poi verso l’alto. È un albero di media altezza, difficilmente supera i 25 m.
Le foglie sono opposte con tre lobi principali dalle estremità arrotondate e due lobi basali più piccoli. In estate sono verde opaco sopra e lanuginose sotto. I piccoli fiori giallo-verdi formano corimbi eretti. Le nuove foglie sono rosacee. Le ali del frutto sono disposte in linea quasi retta.


Cedro Himalaia

Cedro dell’Himalaia (Cedrus deodara)
Questa conifera dalla sagoma assai attraente fu introdotta in Europa nel 1822 e subito apprezzata per il suo valore ornamentale. Originario dei nevosi pendii dell’Himalaia, quest’albero ha nella terra d’origine, importanza religiosa ed è noto come “albero degli dei” oppure come “albero sacro indiano”. È considerato simbolo di fertilità e di durevolezza. Il legno viene usato tradizionalmente per la costruzione di templi e palazzi. In Italia è forse il cedro più diffuso nei parchi e nei giardini. Predilige terreni freschi e profondi ed ha bisogno
di elevata umidità atmosferica. Nelle sue zone d’origine forma estese foreste che forniscono legname di pregio. Il cedro dell’Himalaia è caratterizzato da rami penduli e da altezze notevoli (sino a 33 m).
La corteccia è nerastra con strette fessure. Aghi solitari crescono sui germogli dell’anno corrente; gli aghi più vecchi appaiono viceversa in rosette. I fiori sono meno evidenti rispetto agli altri cedri. Quelli maschili sono eretti e liberano il polline giallo in autunno; quelli femminili sono verdi. I coni sono grandi ed eretti. Maturano in due anni poi si disarticolano. Il rachide resta sull’albero.


Orniello

Orniello - (Fraxinus ornus)
È una specie sub-mediterranea a distribuzione sporadica. In Piemonte risulta presente soprattutto in zone collinari e di bassa montagna ma compare anche in pianura. Nelle alpi marittime e liguri si spinge sino ai 100 m di altitudine. L’orniello è una pianta frugale e pioniera, vegeta spesso su suoli superficiali e asciutti in clima piuttosto mite durante l’inverno. Nelle langhe invade le vigne abbandonate. Viene trattato di norma come ceduo, il suo legno si usa per ardere malgrado il suo non elevato potere calorifico. Assume belle colorazioni autunnali rosso-violette ed è perciò un interessante elemento nel paesaggio. Viene spesso piantato nei parchi per la bellezza del fiori. Si pensava, in passato, che la manna biblica potesse essere la linfa viscosa e zuccherina dell’orinello, chiamato per l’appunto frassino da manna. Ma, siccome questo albero non cresce nelle regioni desertiche è molto probabile che la manna derivasse da un lichene del deserto.
L’orinello ha forma più regolare e arrotondata del frassino maggiore e fogliame più fitto. I rami sono contorti. Cresce sino ad una altezza massima di 20 m. La corteccia è liscia e grigia uniforme. Le foglie opposte e dentate e hanno 5-9 foglioline picciolate. Le nervature sulle pagine inferiori sono tomentose. I fiori sono bianco crema e sono portati in densi racemi. Fiorisce tra maggio e giugno. I singoli frutti hanno un’esile ala e pendono in fitti gruppi. In autunno si colorano di marrone.


Pioppo

Pioppo tremolo (Populus tremula)
Probabilmente è dall’osservazione del pioppo tremolo che nasce il detto popolare “tremare come una foglia”, sebbene ciò che fa vibrare le foglie al vento sia, come oggi sappiamo, l’estremo appiattimento dei lunghi picciuoli della foglia. Il pioppo tremolo è specie pioniera nella colonizzazione di nuovi terreni e, nelle alpi e nell’appennino, può essere usato per il
consolidamento di pendici franose. È specie diffusa nelle zone collinari e in montagna dove lo si trova nei boschi misti di latifoglie. È assai raro nella Pianura Padana e nelle aree mediterranee. Il suo fogliame sempre in movimento e la corteccia argentea lo rendono attraente per i giardini.
Questo piccolo pioppo è facilmente riconoscibile in estate per le foglie tremule. La corteccia grigio-verde si fessura con l’età. Le foglie lunghe 5 cm sono piccole e rotonde con margini ondulati; il picciuolo è esile e compresso. Gli amenti femminili (di colore verde) spargono i semi bianco-lanosi in maggio. Quelli maschili sono di colore bruno in marzo. L’impollinazione è anemocora. I fiori maschili e femminili sono portati da alberi separati.


La Betulla

Betulla (Betula pendula)
Il tronco bianco-argenteo e i rami penduli fanno della betulla uno degli alberi spontanei più decorativi e facili da riconoscere. Nonostante il suo aspetto delicato è una delle piante più resistenti del mondo e la si trova in altitudine fino ai limiti della vegetazione arborea. Si sviluppa particolarmente bene nelle sabbie e nelle pendici detritiche. È essenza eminentemente pioniera. Nelle nostre montagne è la prima pianta a invadere i coltivi abbandonati.
Il legno è privo di valore anche se viene usato per la produzione di cellulosa per la carta. Le foglie e la corteccia hanno proprietà tintorie.
Di solito cresce sino a 15 metri ma può raggiungere i 30 m di altezza. Le foglie alterne sono sottili e lucide ed hanno piccioli esili e glabri. Gli amenti maschili sono bruni, quelli femminili verde-chiaro. Entrambi si schiudono in aprile. Le infruttescenze rimangono sui rami sino all’inverno, poi si frammentano in squame e semi alati che vengono dispersi dal vento.


Il Frassino

Frassino - (Fraxinus excelsior)
Il frassino veniva un tempo coltivato nei prati di tutte le valli di montagna per produrre frasca; questa veniva raccolta a fine estate per formaggio su esemplari trattati a sgamollo. Questa pratica è oggi oramai poco seguita ed il frassino si sta diffondendo nei prati freschi non più sfalciati diventando talvolta con betulla, tremolo, acero di monte e ciliegio un elemento di importanza nei boschi di invasione. Il legno è pregiato. Il frassino è molto diffuso e prospera generalmente su terreni acidi e profondi. Il portamento è slanciato con rami largamente spaziati. Può raggiungere sino a 40 m di altezza.
La corteccia è grigio-verdastra finemente fessurata. Le foglie sono opposte e dentate e hanno 9-13 foglioline picciolate, con lunghi apici. I fiori maschili e quelli femminili spesso si trovano sullo stesso esemplare ma su rami diversi. Le gemme sono grosse e di colore nero.